giovedì 29 maggio 2014

DOROTHEA LANGE


Di questi tempi bisogna che ci si ricordi cosa sono le donne e cosa possono essere; si tratta del loro posto nella società, queo profondo e fondamentale posto nella società.
Dorothea Lange 1964



 







Per tutta l'attività fotografica di Dorothea Lange l'immagine della donna rimane fondamentale, ne esalta il profondo e fondamentale posto nella società; la sua vita fu molto diversa da quella delle donne ritratte, la fotografia fu fondamentale al punto da porla prima della famiglia, spesso lontana da casa; fu una donna una madre fuori dagli schemi, intransigente impaziente testarda, dovette pagare uno scotto molto alto per la sua libertà e determinazione soprattutto lavorando a contatto con molti colleghi uomini. In questo la Lange si identifica con le donne che ritraeva, quelle che definiva donne " moderne". Influenzò la visione del dramma umano del tempo, glissò nelle sue immagini la "Depressione", i contadini che emigravano, intere famiglie contadine che negli anni '30 si riversarono in California, la Lange scendeva per strada fotografa e fotografa non aveva idea di come avrebbe potuto utilizzare quelle immagini, ritraeva persone ridotte in condizioni estreme. Con dignità umana riuscì a immortalare il coraggio, coraggio sincero "l'ho incontrato molte volte in luoghi inaspettati e ho imparato a riconoscerlo quando lo vedo". La sua fotografia a servizio di temi legati alla giustizia sociale. La Lange è nota  per le fotografie del periodo della Depressione, nel 1932 quando a San Francisco iniziarono i cortei operai e le file dei disoccupati davanti agli enti di assistenza arrivarono fino sotto casa sua; la Lange si avventurò con la macchina fotografica scattando molte foto "Le ho fatte mentre stavo appena cominciando a mettere a punto la mia visione, e mi ci volle un pò perchè non ero abituata a farmi largo con la macchina fotografica fra gruppi di uomini difficoltà depressi e incolleriti". Amica di Paul Taylor economista alla University of California entrò a far parte del suo staff nella State Emergency Relief Administration  sostenitore del progetto di potere creare delle opportunità di lavoro per i contadini creando dei campi per i lavoratori che emigravano, la Lange fu invitata a fotografare i braccianti della California, Taylor redasse una relazione a denuncia del grave problema illustrata con le fotografie della Lange, spedita a Roy Stryker della Farm Security Administration (FSA); in seguito offrì alla Lange l'incarico come fotografo per l'archivio storico, la fsa era un ente che dipendeva dal ministero dell'agricoltura fondato per individuare e risolvere le problematiche della povertà nelle campagne, la collaborazione tra la Lange e Taylor si intensificò molti furono le zone da visitare e anche il loro rapporto personale si intensificò, entrambi divorziarono e i due si sposarono durante una missione nel New Messico; la collaborazione fra i due fu fondamentale per documentare la trasformazione dell'agricoltura americana e la migrazione verso l'ovest a causa della siccità della terra e della nascita della meccanizzazione dei mezzi. 
La Lange continuò a fotografare con intensità rimanendo a lungo lontana da casa, il rapporto con Taylor si allentò, quando partiva aveva delle zone ben precise da fotografare altre volte seguiva le stagioni del raccolto, si intratteneva a parlare con i contadini delle loro condizioni poi eseguiva una serie di scatti. A termine degli scatti si ritirava in un luogo tranquillo annotando con precisione le didascalie per ogni singola foto.
Le parole semplici della gente che intervistava e lo straordinario e potente effetto delle sue immagini era perfetto.
"Pioveva, le borse della macchina fotografica erano pronte, sul sedile accanto avevo i negativi di quel lungo viaggio, era un momento di sollievo sessantacinque miglia a l'ora per sette ore mi avrebbero portata a casa dalla mia famiglia, gli occhi incollati alla strada umida e luccicante mi correva davanti, mi sentivo libera perchè potevo distogliere la mente dal lavoro e pensare a casa mia. Di sfuggita vidi un'insegna, che diceva CAMPO DI RACCOGLITORI DI PISELLI  con la coda dell'occhio l'avevo proprio vista, non volevo fermarmi e non lo feci, tirai dritto poi con il battere ritmico del tergicristallo, dentro di me iniziò un dialogo:
Dorothea e quel campo là dietro? che situazione c'e là?
Ci torni?
Tornare non è affatto necessario non hai già un sacco di negativi? su questo soggetto? e poi se porti la macchina fotografica sotto quest'acqua vai a cercarti guai, sii ragionevole.
Dopo essermi convinta per 20 miglia di potere sfuggire feci il contrario feci una inversione a "U", sullastrada deserta. Ripercossi 20 miglia e usci a quell'insegna campo di piselli, seguivo l'istinto entrai con l'auto nel campo fradicio e parcheggiai come un uccello che ritorna al nido, vidi quella madre affamata e disperata e mi avvicinai  a lei, non mi ricordo come le spiegai la mia presenza, lì scattai cinque foto, mi disse la sua età trentadue anni mi disse che vivevano di verdura e di uccelli presi dai bambini, per acquistare del cibo aveva appena venduto le gomme della sua auto. Sedeva sotto quella tenda con i suoi figli, sembrava che sapesse che le mie foto l'avrebbero aiutata così lei aiutò me.
 Roy Stryker la definì la fotografia dell'era della FSA, divenne l'immagine più celebre di tutto il periodo della Depressione, l'immagine ebbe un successo immediato. In seguito al rapporto  difficile con Roy la Lange perse il lavoro, il suo futuro fu sempre più incerto, il rapporto professionale con la FSA fu sempre piu difficile, il limitato accesso ai negativi e ogni volta che aveva necessità dei negativi li doveva chiedere in prestito con mille difficoltà, scrisse in seguito a Stryker " Dei mie tre anni di lavoro alle dipendenze dello stato non ho neanche una stampa da mostrare". Tanto tormentoso era diventato il rapporto tra La Lange e  FSA che alla fine Stryke decise di licenziarla; delusa per l'allontanamento dalla FSA inizio a interessarsi a nuove problematiche sociali, realizzò servizi su alcune comunità rurali, le colonie Amana dello Iowa.









 Il presidente Roosevelt emanò la DISPOSIZIONE ESECUTIVA 9066, War Relocation Authority (WRA) e decise di documentare l'ingresso e la vita nei campi di concentramento dei nippo-americani, i cittadini americani di origine giapponese. La Lange si ritrovò a lavorare nuovamente per il governo.
Le immagini della Lange esprimono tutto il senso dell'indignazione e di compassione per la loro situazione ma soprattutto il loro orgoglio e la loro dignità, durante la permanenza nel campo non venne mai lasciata da sola spesso le sue fotografie vennero censurate, soprattutto quelle dove era palese che i nippo americani fossero stati fatti prigionieri. 







Nel 1954 lavorò per Life, questa volta su Martin Pulich avvocato per la difesa d'ufficio nella contea di Alameda. La Lange aveva sperimentato al fianco del fratello che era stato processato e arrestato il sistema giudiziario, inizio a interessarsi a chi non poteva permettersi un difensore di fiducia. 
 Si dedicò  per quasi trenta anni all'internamento dei nippo-americani a Manzanar nelle immagini della Lange si evince la sua indignazione e la compassione per la situazione dei nippo-americani ma soprattutto il loro fiero orgoglio e la composta dignità.
 Fù una fotografa a tutto tondo, la fotografia  era la sua identità la sua passione la sua stessa vita, ammalatasi di tumore si ritiro nella sua casa al mare, ebbe il tempo di tracciare una narrazione orale della sua storia di donna fotografa, espresse il rammarico per non aver mai avuto un solo periodo da dedicare a se stessa.








La sua esperienza fotografia fu sconfinata, non si risparmio mai dedicando la sua vita alla difesa dei meno fortunati, una donna meno fortunata dal punto di vista personale, ma tutta via una grande donna una grande fotografa.

peppa modotti





3 commenti:

  1. Di fotografo in fotografo noto quanto le loro vite siano travagliate, impegnate, rischiose. Alla fine la storia la fanno loro, c'è più verità nei loro scatti che nei libri di scuola.
    Basterebbe vedere certe foto...
    gd

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  2. Le foto che scegli per noi sono particolari e ricche. Non le conoscevo e devo dire che mi piacciono molto. Grazie Peppa.
    Nina

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  3. Donne eccezionali, queste che tratteggi con forti pennellate nei tuoi post!
    Certamente hanno capito l'importanza dell'immagine che rende i fatti più del detto e più dello scritto.
    Grazie Peppona.
    L.I.

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