giovedì 29 maggio 2014

DOROTHEA LANGE


Di questi tempi bisogna che ci si ricordi cosa sono le donne e cosa possono essere; si tratta del loro posto nella società, queo profondo e fondamentale posto nella società.
Dorothea Lange 1964



venerdì 2 maggio 2014

André Kertesz

                                    KERTESZ  occhi innocenti

"Agli inizi fotografavo tutto quello che mi capitava davanti agli occhi, quello che mi piaceva e anche tutto il resto."





Kertesz ricorda il suo primo incontro con l'immagine fotografica, "il calore e la spontaneità che affioravano da quelle immagini mi incantarono e fu in quel momento che decisi di esprimermi allo stesso modo."

venerdì 11 aprile 2014

Gerda Taro

"Se le foto non ti sono venute bene vuol dire che non eri abbastanza vicino." 
(Gerda Taro)

Nel febbraio 1937 Gerda Taro si trasferì nella casa de Alianza, nel cuore di Madrid. La villa espropriata era usata dalla Alianza de Intelectuales Antifascistas per una serie di iniziative e offriva rifugio a scrittori e fotografi stranieri. Gerda Taro riuscì ad avere ospitalità alla Casa de Alianza grazie al giornale francese Ce Soir che la accreditò come fotografa corrispondente a Madrid. I fotografi documentarono la devastazione dei bombardamenti a Madrid e la vita quotidiana dei soldati della contraerea nelle trincee scavate per chilometri tutto intorno al quartiere dell'università. La Taro era sconvolta dalla vista di centinaia di corpi straziati, lei e Robert Capa fotografarono insieme l'epilogo di una straziante evacuazione di massa.

giovedì 27 marzo 2014

Diane Arbus

Ho pensato a quanto assolutamente ordinaria sia una coppia di gemelli, potete immaginare una società nella quale i gemelli siano considerati un tabù? E' strano pensare quali aberrazioni le società decidano di onorare e quali decidano di rifiutare, in alcune culture i bambini mongoloidi sono considerati degli dei, in altre le donne pazze sono considerate streghe. 
Così Diane Arbus presenta il suo lavoro, il tema del doppio, così caro alla cultura del XX secolo; viene trattato con delicatezza anche se finisce per provocare nello spettatore un senso di disagio dovuto al contrasto tra la normalità dell'immagine e l'eccezionalità dell'evento rappresentato. Straordinaria è la capacità di Diane Arbus di costruire l'immagine e di renderne l'aspetto crudo senza forzare i soggetti ritratti.

lunedì 10 marzo 2014

Alfred Stieglitz


"Al principio del giugno 1907, con la mia piccola famiglia partì per l'Europa. Mia moglie aveva insistito che si viaggiasse col Kaiser Wilhelm, il piroscafo alla moda, la nostra prima tappa era Parigi. Come odiavo l'atmosfera della prima classe! Non si poteva sfuggire ai nouveaux riches.
I primi giorni me ne stetti seduto nella mia poltrona sul ponte, ad occhi chiusi, era l'unico sistema per evitare di vedere quei volti che mi davano brividi freddi, quelle loro voci e quel loro inglese, mio Dio! Al terzo giorno non ne potevo più, dovevo fuggire da quella compagnia. 
Me ne andai sul ponte il più lontano possibile. Il mare non era particolarmente agitato, il cielo chiaro, il piroscafo navigava nel vento più tosto, forte. Quando raggiunsi la fine del ponte mi fermai a guardai di sotto. C'erano uomini, donne e bambini sul ponte inferiore di terza classe.
Una scala stretta portava alla parte superiore della terza classe, sulla destra della prua vi era un altro piccolo ponticello, sulla sinistra un fumaiolo inclinato, e al ponte superiore era agganciata una passerella risplendente di vernice fresca. Era abbastanza lunga, bianca, e durante il viaggio nessuno la attraversò. Dalla ringhiera del ponte superiore di terza classe un giovane uomo con un cappello di paglia guardava di sotto. La forma del cappello era rotonda; egli osservava gli uomini, le donne e i bambini sul ponte inferiore.